martedì 3 dicembre 2013

TRASFERTA MARITTIMA

Dopo quasi un anno dall'ultima notturna al mare finalmente riusciamo ad organizzarne un'altra.
 La banda è composta da me, mio fratello Pierre,  Alessandro e  Matteo;  decidiamo di partire venerdì,  verso l’ora di pranzo,  per poter raggiungere il negozio di pesca per l’orario di apertura pomeridiano così da rifornirci di esche  ed essere in pesca prima del tramonto; ovviamente i giorni antecedenti la partenza sono caratterizzati da  un susseguirsi di chiamate  tra me, Ale e Teo per  definire il “piano di attacco” e quindi le varie strategie e montature da usare una volta arrivati a destinazione.
Venerdì mattina  ci troviamo per  le 10 e 30 e, dopo un buon caffè, andiamo a fare la spesa; tra pasta, hamburger , brioche e patatine ovviamente non possono mancare delle lattine di RedBull , fedeli compagne di notturne.
Caricato tutto in macchina, con non poca difficoltà, siamo pronti a partire e in men che non si dica imbocchiamo l’autostrada.  Nonostante la strada la conoscano tutti bene (me compreso) riusciamo a sbagliare l’uscita, probabilmente distratti dal continuo susseguirsi di battute e sfottò  che caratterizzano le uscite a pesca con amici.  Una volta giunti al negozio il sole è già basso e ci affrettiamo a prendere tutto il necessario per poter entrare il prima possibile in pesca e sistemare la postazione ancora con la luce; quando arriviamo sul muraglione esterno, all'imbocco del porto, il sole è ormai scomparso dietro l’Appennino  dipingendo  il cielo di un arancione infuocato che ci lascia incantati.  
Montiamo subito le canne da surf casting ognuno con esche e montature differenti anche per sondare un po’ la situazione e capire che strategia convenga seguire.  Dopo pochi minuti Matteo scappotta con una boga di una decina di centimetri che non promette nulla di buono;  si sperava infatti che con il freddo la minutaglia  fosse ferma così da poter mantenere di più gli inneschi in pesca.  Visto la presenza di pesci piccoli decido di fare selezione montando un amo di buone dimensioni su di una canna e sull'altra un pezzo di sarda con un flotter interno per cercare di far gola a qualche predatore.  Le prime tre ore di pesca comunque non regalano nessuna cattura degna di nota anche se i cimini delle canne sussultano abbastanza di frequente. Nel frattempo  Pierre, amante dello spinning, lancia senza sosta all'entrata del porto ma senza alcun risultato;  anche io allora decido di provare qualche lancio a spinning  e, affidate le mie due canne da surf ad Alessandro e Matteo, monto la mia fedele SpeedMaster  e inizio a lanciare. La serata procede senza colpi di scena, Pierre monta il fornello a gas e inizia a cucinare, noi altri continuiamo a fissare gli starlight  sui cimini fino a quando un urlo non ci avverte che la cena è servita. 
A notte inoltrata la pace è assoluta e dei quattro di partenza siamo rimasti solo io e Alessandro in pesca: Pierre, crollato poco dopo cena, riposa quasi fosse una larva nel suo sacco a pelo sotto la tendina paravento mentre Matteo, conscio del fatto che la mattina dopo gli sarebbe toccato il viaggio di ritorno più un intenso pomeriggio di lavoro, decide di andare a riposare qualche ora in macchina. Anche io a momenti mi sdraio così da riposare un po’ gambe e schiena affaticate dal continuo stare in piedi e saltellare su e giù sulle rocce;  proprio in un momento di riposo vedo Alessandro che controlla una delle sue canne e mi guarda con aria interdetta. Subito capisco che dall'altra parte della lenza ci deve esser qualcosa e mi precipito da lui che, infatti, mi conferma di aver qualcosa in canna. Dopo un lento recupero vediamo finalmente di cosa si tratta e spunta dall'acqua la sagoma allungata di una bella mormora sul mezzo kg che prontamente guadino; finalmente un pesce degno di nota! Anche se non eccezionale alza il morale e dopo le solite pacche sulla schiena ci rimettiamo in pesca soddisfatti e con una marcia in più.
Le ore centrali della notte sono quelle generalmente meno attive e più lunghe, per questo motivo decido di prendere la canna da spinning, montare la bobina con su una treccia dello 0,08 con  finale in fluorocarbon del 0,20 e cercare di fregare qualche simpatico Scorfano. Come esca monto un RA Shad da 2” con testina piombata e lo faccio saltellare sotto la banchina del porto; le catture non si fanno attendere e  dopo il primo baby scorfano ne ferro altri tre a distanza di pochi minuti l’uno dall'altro e di dimensioni decisamente più ragionevoli.  Vedendomi tirare su un pesce dietro l’altro Alessandro, per quanto non abbia mai amato particolarmente lo spinning ed i suoi derivati, mi chiede di montargli una testina piombata e di mostrargli come muoverla sul fondo e dopo i primi maldestri tentativi, anche lui prende velocemente la mano e in meno di un’ora  tira fuori  tre scorfani belli paffuti appassionandosi  decisamente a questa simpatica tecnica che è il RockFishing. Con l’alba alle porte decidiamo di concentrarci nuovamente sulle canne da surf e proviamo,  in un disperato tentativo di tirare fuori un pesce degno di questo nome, tutte le esche a nostra disposizione ma senza alcun risultato. 

Probabilmente andando di rado al mare e pescando ancor più raramente a Surf Casting pescare poco o niente è scontato ma in fin dei conti ci si spera sempre nella fatidica botta di c….!
Per le otto di mattina decidiamo di smontare tutto e di far ritorno verso casa, incentivati anche dal forte vento di tramontana alzatosi nel giro di pochi minuti e accompagnato da raffiche di gelida pioggia.
Tratte le somme la pescata non è stata sicuramente un successo ma il solo respirare l’aria di mare, il relax che si prova  ascoltando il ritmico frangersi dei flutti e il godersi un’ottima  compagnia ripagano di ogni spesa e di ogni fatica sostenuta.


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