martedì 17 dicembre 2013

IL "LAGO A PAGO"

Sin da quando ho iniziato a pescare a spinning, una decina di anni fa, ho sempre avuto un rifiuto di fondo per i così detti "laghi a pago"; le motivazioni di questo mio diniego sono innumerevoli e ci vorrebbe un post a parte per poterle elencare ed argomentare come si deve.
Parlando con un mio amico, circa due settimane fa, vengo a conoscenza di un piccolo lago dove si può praticare esclusivamente la pesca del luccio con esche artificiali. Il socio di pesca mi racconta di essersi divertito con quattro lucciotti da kg, uno decisamente più grosso, slamato ancor prima di poterlo vedere e  diversi inseguimenti. 
Il secondo Luccio per Ale.
Passato qualche giorno mi trovo con Alessandro, da poco convertitosi allo Spinning, per decidere dove recarci nel WE per una mattinata di lanci. Il periodo non offre grandi alternative sopratutto per la scarsa attività dei predatori e se già per uno che pesca da qualche anno il cappotto è all'ordine del giorno figuriamoci per un neofita. Pensando ad uno spot dove poter andare mi viene in mente il lago di cui mi aveva parlato pochi giorni prima il mio socio che, ad una seconda analisi, non mi sembrava più un'idea da escludere a priori ma piuttosto quasi un occasione per far confrontare Alessandro con il re dei predatori e allo stesso tempo potergli insegnare quel po' che ho imparato su come approcciarsi e come maneggiare in sicurezza questo magnifico pesce. Detto fatto, sabato mattina alle 6 in punto passo a prenderlo sotto casa sua e dopo una frugale colazione al bar partiamo;  il cielo è ancora buio pesto, il pandino avanza tranquillo tra un banco di nebbia e l'altro e in poco meno di un'ora giungiamo a destinazione. Arrivati sul luogo non perdiamo tempo e dopo aver sistemato subito i conti e lasciato i documenti, veniamo accompagnati da uno dei gestori al piccolo lago adiacente ad altri due più grandi. Prepariamo subito l'attrezzatura e montiamo dei classici rotanti di dimensioni abbastanza contenute, tanto per sondare un po' la situazione; al terzo lancio Alessandro ferra il suo primo esocide che dopo due brevi fughe si lascia guadinare. Mostro ad Ale velocemente come effettuare un opercolare il più possibile corretta, anche se tra il freddo che paralizza le mani e le dimensioni contenute dell'opercolo del pesce non risulta essere un operazione delle più semplici, comunque dopo una foto al volo il piccolo papero torna nel suo habitat illeso. 
Primo luccetto della giornata per me
I lanci si susseguono nella pace più assoluta interrotta solo da qualche imprecazione dovuta al ghiaccio che blocca regolarmente anelli, trecciato ed archetto e disturba non poco l'azione di pesca. Decido di lanciare lungo una sponda e dopo pochi giri di manovella ecco lo stop e prontamente arriva la ferrata, questa volta ad uscire è un lucciotto poco più grande del primo ma pur sempre divertente; nel frattempo il sole inizia a fare capolino e la temperatura lentamente sale facendo scongelare gli anelli ormai ricoperti di ghiaccio. Nell'ora e mezza successiva Alessandro cattura un altro papero e sbaglia una ferrata, io invece porto a riva solo un nanetto sugli 800 g; la mattinata prosegue senza più alcun movimento ne tanto meno inseguimenti, a dimostrazione del carattere estremamente lunatico del Luccio che è capace di passare in pochissimo tempo da momenti di attività intensa a momenti di totale apatia e viceversa. Scaduto il tempo a nostra disposizione facciamo ritorno verso casa soddisfatti per questa nuova esperienza che ha permesso ad entrambi di imparare qualcosa. Per quanto continui a non amare i "laghi a pago" son consapevole del fatto che possono avere anche dei risvolti positivi come ad esempio in questo caso un'utilità propedeutica. 


Anelli di ghiaccio.
Alba invernale
Maurice L. M.

Nessun commento:

Posta un commento