giovedì 30 ottobre 2014

LUNATIC LURES

                                                          



Durante queste lunghe pause invernali il tempo scorre riordinando l'attrezzatura, fantasticando sulla stagione che arriverà e nutrendoci di ricordi che pervadono la nostra mente.
E' stato un anno magnifico e denso di avvenimenti importanti; mi trovo qui ad aspettare con ansia la riapertura della pesca alla trota, pesce che, la stagione passata, mi ha regalato emozioni incredibili e a cui finalmente sono riuscito a dedicare il tempo che merita. D'altro canto ho dovuto trascurare il luccio, ma l'incantato mondo dell’acqua corrente mi ha completamente rapito.
 In questo weekend di pausa oltre ad aver coltivato i calli da costruzione, mi trovo alla tastiera a parlare di...


Un annetto fa, girovagando online, mi salta all’occhio il post di un ragazzo; di primo acchito mi sono detto: ‘’questo sta più invasato che me, non mi resta che contattarlo’’. 20 minuti al telefono e ne ho conferma: due ‘’folli’’, amanti dell’auto-costruzione, si sono incrociati. Dopo attenti e prolungati scambi di informazioni e di idee è, senza dubbio, nato un grande feeling e a ora posso dire di aver trovato un vero amico. Nikos Stragà, questo è il nome del “soggetto” in questione, è una persona più unica che rara, sempre disponibile e davvero fuori dagli schemi. Da quella prima telefonata si è creato un bellissimo rapporto e un nostro piccolo mondo, fatto di chiacchiere al telefono, progetti, idee e soprattutto di pesca e auto-costruzione; proprio quest’ultima, unita alla nostra passione e alla nostra dedizione, ci porta a trascorrere ore e ore a confrontarci su piccoli dettagli e su grandi progetti. Spesso ci rendiamo conto che stiamo parlando da giorni di come fissare un piccolo particolare,di come migliorare un movimento, di come ovviare ad un problema più o meno importante; sono solo dettagli si, ma non riusciamo a trascurarli e tengono viva la nostra passione.


Hair Pike
Sembra passato molto tempo dal nostro primo lavoro assieme, ma da quel giorno abbiamo creato diverse cose e ne abbiamo progettate di nuove; gli artificiali che corredano le nostre uscite di pesca sono in continuo aumento, proprio l’altro giorno ricevo una sua chiamata nella quale mi fa notare che oltre ad un paio di progetti, che tra brevissimo saranno ultimati, ci manca un artificiale che copra una determinata situazione, o meglio, ci manca qualcosa di veramente assurdo; e per noi, assurdo, è sinonimo di ‘’ci piace’’ e sa da fa’!
Il mio interesse al suo post e la nostra prima telefonata hanno portato alla creazione di un’esca che mette insieme tre particolari, nati da un idea comune: L’Hair Pike,artificiale di 120 gr.per 25 cm..

Nessy e Kraken
Dopo aver catturato la mia attenzione con una foto postata su FB che raffigurava una testa artigianale, che col tempo è stata modificata e che ora compone il muso e l’anima degli Hair Pike, pochi giorni dopo Nikos, mi gira un’altra foto: “cosa???!!!”, il Kraken: artificiale di ben 350 grammi di gomma munito di 2 code che in lavoro forniscono vibrazione ad un’esca di 35 cm.
  Colpito dalle rifiniture e dal movimento, ho pensato che una versione ‘’umana’’, per me che vivo in acque non balneabili e spesso mi trovo a pescare da riva, non poteva mancare. Da lì a poco ci siamo messi a tavolino per studiarla e realizzarla assieme; così, nel giro di qualche settimana,è nato Nessy. Esca in gomma di 120 gr. per 20 cm. Quest’ultimo colato senza armatura compone parte del corpo Hair Pike e non solo…

Dopo la prima serie di esche nate dalla nostra intensa collaborazione ci siam chiesti: “perché con davanti tutti questi materiali e un sacco di idee in testa, non possiamo realizzare uno spinnerbait che unisca tutti i nostri componenti e una buone dose di esagero? 



Hair Jig
  Con il tempo abbiamo iniziato a crearci tutto da soli, perfezionando ogni cosa e migliorando le esche che già facevamo, come gli Hair Jig,  a cui abbiamo unito terminali colati da noi e apportato migliorie continue. Tutto questo senza mai trascurare nuovi progetti che tutt’ora riempiono intere serate di studio e che a breve riempiranno le nostre cassette di pesca. 

La nostra passione ha riacceso e riconfermato amicizie vere ed aiutato a coltivarne di nuove.

Un equilibrio sottile tra pesca e costruzione,due mondi tanto vicini quanto lontani,trovarsi immersi in un vero paradiso con acqua sotto i piedi e poche ore dopo seduti ad una sedia in un tugurio pieno di attrezzi... due realtà che camminano di pari passo e che tengono acceso in noi l'amore per la pesca e tutto quello che le gira attorno.  


Link Facebook LUNATIC LUREShttps://www.facebook.com/LunaticLures?fref=ts      




Alcune delle immagini che continuano ad arrivarci e che chiudono un anno davvero ricco di soddisfazioni.                            















Crazy for fishing – Crazy for lures


sabato 26 aprile 2014

FLYFISHING & SPINNING

Internet, e i social network in particolare, hanno un grande vantaggio,  facilitano notevolmente la comunicazione e ci permettono di conoscere molte persone con le nostre medesime passioni. Così ho conosciuto Alessandro V. B. e dopo qualche tempo siamo riusciti  finalmente ad organizzare un uscita insieme; cosa insolita lui non è un "semplice spinner", come me, ma un abile moschista. 
Di norma difficilmente queste due tipologie di pesca vanno d'accordo ma quando si ha una passione in comune poco importa il genere di pesca che si pratica, l'importante è stare in buona compagnia, a immersi nella natura e a contatto con il nostro elemento preferito: l'acqua. 

Partiamo per le 9 e 15 e tra  viaggio, chiacchiere e preparazione dell'attrezzatura per le  l0 siamo finalmente con i piedi nel torrente. Il corso d'acqua è di piccole dimensioni con una pendenza non elevata essendo al limitare della pianura; la fauna ittica comprende vaironi, cavedani, sanguinerole e ovviamente trote fario selvaticissime. Vista la dimensione limitata dell'ambiente la taglia media dei salmonidi è decisamente piccola ma compensata da delle livree che sembrano essere dipinte.


Iniziata la risalita lascio avanzare Alessandro che, non senza difficoltà, cerca di prendere la mano con la sua nuova 7.6 piedi in fibra di vetro che ben si adatta al tipo di pesca e ai pesci presenti nel rio. La fitta vegetazione non aiuta di certo l'azione di pesca ma nonostante ciò, in una buca adiacente ad una ceppaia e sormontata da un folto arbusto, arriva la prima trota che, dopo un breve combattimento, riesce a slamarsi. Considerata l'attività del pesce avanziamo più decisi di prima e raggiunta una piccola lama Alessandro mi cede il posto e al primo lancio ecco arrivarmi sotto i piedi una fariotta sui 15 cm che, con una voracità inaudita, aggredisce il piccolo rotante rimanendovi allamata.  Il torrentello alterna tratti pianeggianti con pochissima acqua a buche, anche profonde, costeggianti le ripe. Proprio lungo una di queste buche lunghe e strette  Alessandro ferra abilmente un cavedano, che purtroppo anche questa volta dopo un balzo acrobatico si slama; ritentando la fortuna decide di provare ancora un lancio, questa volta poco più a monte dove la corrente è più sostenuta, ed è proprio li che inganna una troterella di una dozzina di centimetri che rimaniamo ad osservare per qualche secondo incantati dai colori e dalla pinnatura perfetta. 

Livree dipinte

Dopo quasi due orette di cammino arriviamo nel tratto più cittadino dove spesso si nascondono delle piacevoli sorprese. Sondiamo alternandoci alcune buche in maniera non troppo approfondita per poi concentrare la nostra attenzione su di una buca e su di una lama lunga e stretta sprofondante in un muro di contenimento.  Ale inizia dalla buca, con tiri precisi e calibrati  sonda in maniera impeccabile la superficie dell'acqua che però viene infranta solo da un'impavida baby fario prontamente ferrata e restituita al suo habitat. Rimasto deluso da una delle mie buche preferite considero con Alessandro l'ipotesi di cambiare torrente anche considerato il quasi improvviso intorbidimento dell'acqua ma non prima di aver sondato la lama contro il muraglione. 
Alessandro inizia a lanciare e colleziona tre vaironi uno più ciccio dell'altro; decide di salire di qualche metro per evitare il famelico branco e avvicinarsi in questo modo al tratto iniziale del lento correntone.

Dopo una serie di lanci a vuoto, improvvisamente, la canna in vetroresina si flette inarcandosi tutta e subito chiedo al socio: - Hai incagliato? - . Non ricevendo risposta intuisco immediatamente che dall'altra parte della lenza questa volta c'è qualcosa di grosso. Subito preparo il guadino mentre Ale cerca di contrastare le fughe nel sotto muraglione del pesce; mi posiziono poco più a valle di lui aspettando che mi porti la trota a portata di mano per poterla guadinare in sicurezza. Passata qualche decina di secondi ecco un'improvvisa fuga in senso di corrente e non appena il filo torna in tensione un salto nervoso con una nuova leggera fuga contro corrente che però termina con una veloce guadinata.

 
Finalmente il pesce che aspettavamo ma che non speravamo più di prendere! Una fario panciutissima dalla livrea sgargiante con tonalità passanti dal giallo, al nero al rosso accesso dei pallini; una vera meraviglia della natura per dimensioni e colori sopratutto se rapportata allo spot.Vedere la felicità e la soddisfazione di un amico per un pesce del genere è sicuramente  un'emozione unica che ripaga a pieno ogni sforzo, sopratutto considerato che in anni di pesca in quel rio non mie era mai capitato di vedere un pesce tanto bello. 



Dopo le foto di rito e il rilascio l'unico modo di concludere al meglio la mattinata non poteva che essere una bella birra alla spina, ovviamente... offerta da lui! 
 

La regina della lama.


Testo: Loic Maurice
Ph:      Loic Maurice & Alessandro V. B.










lunedì 10 marzo 2014

EMOZIONI DI FONDOVALLE

Anche quest’anno , dopo una lunga attesa, la pesca alla trota ha riaperto. Per  chi fa, di questo sport,  quasi uno “stile” di vita è giunto il tempo di armarsi di canna e mulinello e tornare a scarpinare sui torrenti preferiti alla ricerca degli amati salmonidi, ancora per il momento stanchi e affaticati dalla recente frega invernale; anche per questo motivo (oltre al clima ancora freddo, la poca acqua, le temperature basse, la quantità di luce scarsa) nel periodo post-apertura il cappotto è di casa (in tutti i sensi) e la possibilità di vedere qualche bel pesce, soprattutto nelle zone prettamente torrentizie è minima.  Decidiamo comunque di andare a fare la nostra giornata di spinning. Dopo una velocissima  - ma necessaria -  colazione Io, Loic  e il mitico Eros siamo operativi  sul greto del placido fiume. L’acqua pulita e limpida contrasta un cielo poco nuvoloso, ma  gli artificiali nella corrente si muovono decisi. Le prime lame vengono battute non perfettamente per mancanza di tempo e voglia di concentrarsi nelle zone considerate migliori.

Grandi rigiri d’acqua e profonde buche lasciano spazio a forti tratti torrentizi ed è proprio in uno di questi che Eros ci richiama all’attenzione con il suo “Eccola!!”. Un bellissimo ibrido fario-marmorata finisce in guadino  e dopo la misurazione e la foto di rito, torna scattante nell’acqua fredda: una splendida cinquantella, forte e combattiva e i complimenti vanno  tutti ad Eros. Riprendiamo il cammino più decisi di prima e  torniamo a battere incessantemente lame e correntini fino a giungere nella “zona calda” annunciata dal nostro Cicerone, e proprio al terzo lancio, facendo passare l’artificiale nel cuore della buca arriva l’attacco fulmineo e questa volta, sono io ad avere il pesca in canna. Dopo un breve ma intenso combattimento il pesce è prontamente guadinato da Loic sin dall’inizio l’emozione è tanta. La misurazione non lascia dubbi, 60 cm di pura fario, un pesce meraviglioso e unico con dei colori –nella loro semplicità- splendidi. Dopo le foto e qualche pacca sulle spalle il pinnuto riprende velocemente l’acqua per inoltrarsi di nuovo nel blu. L’emozione che si prova a prendere pesci del genere è unica, ed ogni volta è come fosse la prima.

La maestosa fario pochi istanti prima del suo rilascio.
Ovviamente però al desiderio di avere tra le mani e ammirare una trota cosi bella prevale la voglia di liberarla al più presto; è la regina del suo torrente, e lì deve  ritornare. Nonostante la mia visibile emozione, il passo riprende di nuovo ed è Eros a ricordarcelo: “Più su, ci sono ancora tratti ottimi!”. I lanci si ripetono e dopo aver guadato un tratto di corrente bassa e calma iniziamo a lanciare in una pozza che degrada dolcemente in una lunga lama. Nel lanciare a ridosso della massicciata dopo alcuni giri di manovella e un lieve strattone ecco un nuovo pesce in canna per me, dopo un veloce e non impegnativo combattimento porto nel guadino infatti una nuova fario, di dimensioni nettamente più contenute rispetto la precedente.

Aggiungi didascalia
Foto e via… scattante, risale la corrente e scompare dalla nostra vista; la giornata, volgeva al meglio! Il tempo rimasto non era più molto, e dopo aver frettolosamente battuto altre lame e correnti secondarie giungiamo nell’ultima grande buca e allontanandoci l’uno dall’altro iniziamo a lanciare. Loic si allontana più a monte nella zona più corrente e torrentizia della buca, Io ed Eros invece rimaniamo nella parte bassa controllandoci a vicenda con gli sguardi. Lancio in un giro di corrente al fondo estremo della buca e lì ho di nuovo uno strike, un bellissimo pesce ha aggredito la mia esca e combatte per riprendere la libertà. Eros si avvicina e mentre aspettiamo l’arrivo di Loic con il guadino la trota, sotto i nostri piedi, si slama e riprende veloce la corrente…peccato, era un pesce davvero interessante ma va bene così; quello che conta in fondo è sempre la salute del pinnuto! Visto le dimensioni generose della lama non ci perdiamo d’animo e riprendiamo a sondare gli strati d’acqua. Passano pochi minuti ed Eros esclama: “ è lei !!  “ ; non faccio in tempo a girarmi che a malapena intravedo un’enorme coda defilarsi sotto i suoi piedi  lasciando dietro di se un polverone. Questa volta anche l’imperturbabile Eros appare visibilmente emozionato, infatti, il pesce che un istante prima aveva seguito il suo artificiale fin sotto i suoi piedi era con tutta probabilità un over 70. Esemplari del genere ormai sono da considerarsi sempre più una rarità, ed anche solo un inseguimento, è un qualcosa che toglie il fiato.  Il tempo a nostra disposizione è ormai terminato ed imboccato il cammino per il ritorno si tirano le somme su di una giornata davvero ricca di emozioni.

Il monito è sempre quello di praticare  Catch and Release con serietà e cura, per far sì che pesci del genere possano continuare a prosperare nel loro ambiente ed alimentare le fantasie di qualche futuro pescatore! 

Un primo piano meritato alla big-mama della giornata.


Testo: Pierre Clément
Ph: Eros V. & L. Maurice

martedì 28 gennaio 2014

BREVE STORIA DI UNA GRANDE PASSIONE



È solo in questo periodo dell’anno che mi torna chiara e limpida alla mente quella bellissima sensazione …
È metà gennaio, sono abituato ad alzarmi presto per andare a pesca, ma purtroppo è chiusa da un mese e a me pare ormai un’eternità. Sono le 9:00 di mattina e sento nascere dentro un dolce fastidio: mi manca, mi accorgo solo ora che mi manca un sacco.

Mi manca quel gesto, quel semplice movimento che divide la mia esca dall’acqua, quel tempo fatto di un susseguirsi di azioni così familiari eppure sempre attente e precise, che scandiscono il ritmo, il movimento della nostra esca e che fanno balzare la mia speranza anche solo di vederlo, di sentire l’inconfondibile tocco, o quella tremenda botta che a volte ci stacca letteralmente la canna dalle mani. Mi manca lanciare, respirare in mezzo alla natura, guardare la mia esca infrangere l’acqua e rientrare verso riva, mi manca questo insieme di momenti che scandiscono il tempo della pesca. Durante il periodo di pesca le uscite sono continue, passiamo il tempo a pensare come affrontarle, a fare mille "calcoli"  in base alle nostre conoscenze e a pianificare quelle che speriamo ci porteranno ad un’altra cattura.
Ma è solo in questi momenti, di pausa, che apprezziamo davvero l’essenza della nostra passione, quel senso di libertà che solo lo stare in riva al lago ci può dare; non ci sono calcoli,  non ci sono meteo, non ci sono lune o sbalzi di pressione, c’è solo una grande voglia di tornare a lanciare, di far scivolare la nostra esca in acqua, di sentire l’aria fresca sul viso e quell'inconfondibile silenzio che solo la natura  è in grado di regalarci.
Con il pensiero che l’inverno passerà velocemente, mi dedico appieno a quello che oggi rappresenta parte integrante della mia passione e che, qualche anno fa, in un periodo di pausa invernale, un amico mi fece conoscere: l’auto-costruzione! 




Raggiunsi 2 amici in cantina, lo avevamo pianificato: costruimmo uno spinnerbait, una delle esche che più mi avevano affascinato nei primi anni di pesca… wow ero gasatissimo! Vedevo un sacco di piccoli strumenti che non sapevo nemmeno a cosa servissero, ma che già sentivo miei. Un amico si mise alla morsa e dopo una serie di operazioni su vari componenti uscì quello che pensavo fosse uno degli spinnerbait più belli che avessi mai visto. Inutile dire che pochi giorni dopo mi attrezzai a dovere e creai quello che ora è il mio angolo di costruzione, e che nel susseguirsi degli anni è diventato un laboratorio di tutto rispetto. Mi misi alla morsa e creai il mio primo artificiale: un piccolo ciuffetto di pelo giallo e bianco, allacciato alla meglio su una vecchia testa piombata, rifinito con un materiale non ben identificato e con un piccolo grub ad oggi scomparso.

 Lo conservo ancora e devo ammettere che nell’insieme, nonostante i suoi enormi difetti di montaggio, in acqua aveva il suo perché;  ora giace su di una mensola insieme agli altri inseparabili primi auto-costruiti.


Da quel giorno non ho più smesso di costruire artificiali e ad oggi la passione per la pesca e per l’auto-costruzione vanno di pari passo, rappresentando a pieno il mio più grande hobby. In questi momenti di pausa mi rintano per  riordinare, ritoccare e costruire artificiali, ma la mia testa e il mio cuore sono già su quella riva, dove mi sento a casa e libero di essere!




 Hair Jig 28:

Ho dato questa sigla alle mie esche per differirle dai magici hair bug  ai quali tutti ci siamo ispirati, e per il rispetto dovuto ad un nome che tutt'oggi rappresenta una delle esche più efficaci nella pesca al luccio.  Il numero 28 è nato per scherzo: creai un profilo facebook, Alessio Martin 28, per interagire con tutti gli appassionati di pesca, per scambiarci opinioni e confidenze sui luoghi migliori e sulle esche da utilizzare. Alessio Martin 28 unisce il mio nome al nome dell’esca che mi permise di catturare il mio primo luccio: il magico Martin 28, che non manca mai nella mia dotazione d’uscita.

Il mio hair jig è sempre stato in continua evoluzione: ricerca di materiali migliori, elevata qualità e nel tempo ho cercato di crearne più versioni per rispondere in maniera adeguata alle diverse situazioni di pesca che mi si presentavano.
Non dimenticherò mai quando dopo le tante difficoltà incontrate, nel tentativo di far aprire in maniera uniforme quell’ultima parte di pelo , ci riuscii. Avevo creato finalmente un modello che catturasse il mio sguardo, perché di fatto l’esca deve prima catturare noi e poi il pesce.  Mi recai di corsa al laghetto più vicino a casa, la “Palestrina”,  dove molti si sono ritrovati a spendere  due soldi nel tentativo di imparare a lanciare o anche solo per testare le proprie esche; lanciai subito la mia esca e feci, nel giro di poco tempo, un paio di catture … emozione unica!
Con il passare degli anni, seppur limitato da una posizione poco favorevole della mia regione per la pesca al luccio,  le esche da me costruite mi hanno
portato molte soddisfazioni, tra le ultime la vittoria, quest’anno,  di  una gara che non pensavo avrei mai più rifatto, ma la spinta di un amico e la voglia di  rimettermi in gioco sono bastati per accendere in me la voglia di provarci. Eticamente non condivido i laghetti a pagamento, ma se sono ben gestiti e se la gara è organizzata da un ente serio come quello a cui appartengo,  accetto uno strappo alla regola, come ho fatto per questa gara, dopo tanti anni che non vi partecipavo più.

Proprio la sera prima della competizione mi misi alla morsa per legare l’esca che avrei impiegato, un piccolo hair jig di colore acceso. Sapevo che le condizioni che avrei trovato sarebbero state pessime, pioggia, acqua sporca, ma non immaginavo cosi tanto. Alla fine la fortuna, o meglio il giusto impiego in acqua di un’esca diversa dalle solite, hanno avuto la meglio con due catture che mi hanno portato all'ottimo risultato. La settimana successiva, la stessa esca, ha portato a riva uno splendido esemplare meritandosi così lo spogliatoio e la definitiva meritata panchina. La pesca al luccio è un susseguirsi di alti e bassi, di amore e odio, di soddisfazioni enormi e delusioni che spesso ci lasciano pensierosi per qualcosa andato storto.         Un piccolo episodio può farci letteralmente sobbalzare il cuore o crearci un vuoto. Basta un piccolo errore, una cattura persa, qualcosa a cui riusciamo o non riusciamo a darci una spiegazione o qualcosa per cui la spiegazione e l’errore sono talmente banali, che ci fa ancora più rabbia; alla fine, anche nei momenti bui vince l’amore, vince il sentimento che ci riporta a crederci, a riprovarci o anche solo a sentire il rumore della nostra esca che infrange il silenzio dell’acqua.  








E quando arrivano i risultati, piccoli o grandi che siano, valgono tutti i nostri sforzi, i nostri ragionamenti, i nostri calcoli,le nostre delusioni, i nostri momenti bui e i nostri momenti passati a leggere testi o a rompere le scatole all'amico che ne sa più di noi. 

E’ così anche con l’auto-costruzione,  emozioni uniche, forti: sentire un amico che ti telefona eccitato per una cattura fatta con una tua esca, vedere un inseguimento fin sotto sponda su un auto-costruito pochi minuti prima... un insieme di fattori, di stimoli e di emozioni che compongono quello che è l’affascinante e quasi surreale mondo della pesca al luccio.  







Il ritorno alla libertà: il momento che vale tutti i nostri sforzi, l'emozione più forte.






Testo e Foto - Alessio Martin 28

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